Ruminazione rabbiosa e disimpegno morale

di Miriam Miraldi

In assenza di standard morali adeguati, capaci di guidare il buon comportamento, l’individuo tende a giustificare i propri comportamenti aggressivi

L’aggressività è un comportamento considerato un rilevante problema sociale e dunque, date le sue evidenti conseguenze negative, è di importanza oltre che teorica anche pratica esplorare quei fattori che possono contribuire a un suo incremento. Oggetto di studio in tal senso è l’emozione di rabbia, la quale viene distinta in letteratura come rabbia “di tratto”, vale a dire una caratteristica personologica stabile nel tempo, e rabbia “di stato”, cioè una condizione emotiva esperita in un momento dato. La rabbia predice i comportamenti aggressivi e alcuni studiosi hanno rilevato come, tra le due, la rabbia di tratto sia più incisiva di quella di stato su questo tipo di condotte. Gli individui che hanno alti livelli di rabbia di tratto hanno maggiori probabilità di mettere in atto comportamenti aggressivi.

Il concetto di “ruminazione rabbiosa” (AR, Anger Rumination) si riferisce alla tendenza a concentrarsi e a reiterare – anche per un tempo prolungato – stati d’animo, esperienze, ricordi passati legati alla rabbia. Alcuni studi hanno dimostrato che essa abbia un ruolo nel mantenimento di emozioni negative, nella riduzione dell’auto-controllo e della capacità di tolleranza di condizioni spiacevoli, e nella messa in atto di comportamenti aggressivi, sia fisici sia verbali. Le ricerche finora effettuate hanno considerato il rapporto diretto tra rabbia e aggressività, ma è utile anche studiare i meccanismi di mediazione e moderazione: è chiaro che la rabbia di tratto è associata all’aggressività, ma la misura in cui le variabili intervengono mediando questa relazione è meno studiata. Secondo il modello di aggressione generale (GAM) di Craig Anderson e Brad Bushman, le persone agiscono in modo aggressivo sulla base dell’interazione tra vari livelli: fattori personali e situazionali, stati interni ed esiti dei processi di valutazione e decisionali. In particolare, i fattori personali (per esempio tratti di personalità e atteggiamenti) interagiscono con fattori situazionali (per esempio ricevere un insulto) per creare uno stato interno composto da cognizioni (come pensieri ostili), emozioni e attivazione fisiologica. Lo stato interno a sua volta influenza valutazioni e processi decisionali che possono o meno determinare una risposta aggressiva, cioè la rabbia di tratto (come fattore personale) potrebbe influenzare la propensione degli individui all’aggressività attraverso l’innesco di pensieri aggressivi e una crescente attenzione selettiva su eventi provocatori. Alcuni teorici hanno affermato che gli individui con alti livelli di rabbia di tratto hanno una maggiore tendenza alla ruminazione rabbiosa, la quale può contribuire a un aumento dell’aggressività. 

Oltre la ruminazione, un’altra variabile predittiva di comportamenti aggressivi molto studiata, in particolare da Albert Bandura, è il disimpegno morale (MD, Moral Disengagement): esso si riferisce a uno schema psicologico capace di “disconnettere” selettivamente le auto-sanzioni morali apprese, trasformandole in contenuti socialmente accettabili e giustificabili, liberando così l’individuo da sentimenti di autocondanna e colpa. Secondo la teoria del disimpegno morale, la maggior parte delle persone ha sviluppato standard morali personali capaci di guidare il buon comportamento e scoraggiare le condotte aggressive. Pertanto, gli individui di solito si comportano in modo coerente con i loro standard morali interni; tuttavia, questo processo di autoregolazione può essere disattivato in modo selettivo, nel momento in cui viene meno il rispetto delle norme, attraverso il disimpegno morale, che ricostruisce cognitivamente i comportamenti aggressivi in modo tale da renderli poco (o per nulla) sbagliati e dannosi per gli altri.

Partendo dalle conoscenze fin qui acquisite sulla ruminazione rabbiosa e sul disimpegno morale, Xingchao e colleghi hanno condotto uno studio su 646 giovani cinesi, i quali hanno completato questionari che misurano rabbia di tratto, ruminazione rabbiosa, disimpegno morale e aggressività. È emerso che la rabbia di tratto risulta positivamente associata all’aggressività e che la ruminazione rabbiosa media questa relazione. Il disimpegno morale funziona come moderatore sia nella relazione ruminazione rabbiosa/aggressività, sia nella relazione rabbia di tratto/aggressività. È interessante notare che la relazione significativa tra ruminazione e aggressività sembra essere presente solo tra individui con elevato disimpegno morale. Pertanto, il disimpegno morale è un fattore di rischio che rafforza gli effetti negativi della rabbia di tratto e della ruminazione rabbiosa sul comportamento aggressivo. Intervenire per abbassare i livelli di disimpegno morale potrebbe indebolire l’associazione tra rabbia e aggressività, nonché tra ruminazione e aggressività.

In sintesi, lo studio ha portato a due considerazioni importanti: 1) la ruminazione rabbiosa ha un ruolo cardine nella relazione tra rabbia e aggressività e può ulteriormente compromettere le capacità di autoregolazione e di risoluzione della rabbia, a causa della concentrazione prolungata su stati d’animo rabbiosi e su pensieri aggressivi; 2) la relazione tra ruminazione rabbiosa e aggressività non è significativa negli individui con basso disimpegno morale: questo risultato può essere spiegato dalla teoria del disimpegno morale secondo cui gli individui con disimpegno morale alto possono usare molte potenziali spiegazioni per razionalizzare e giustificare i loro comportamenti aggressivi. Al contrario, gli individui con basso disimpegno morale hanno poche probabilità di autoassolversi giustificando i loro comportamenti aggressivi.

A livello di intervento, i programmi che cercano di ridurre la ruminazione rabbiosa andranno particolarmente a beneficio di quelle persone che presentano livelli più alti di disimpegno morale.

Per approfondimenti:

Wang, X., Yang, L., Yang, J., Gao, L., Zhao, F., Xie, X., & Lei, L. (2018). Trait anger and aggression: A moderated mediation model of anger rumination and moral disengagement. Personality and Individual Differences125, 44-49.

Caprara, G. V., Tisak, M. S., Alessandri, G., Fontaine, R. G., Fida, R., & Paciello, M. (2014). The contribution of moral disengagement in mediating individual tendencies toward aggression and violence. Developmental Psychology50(1), 71.